• Itinerari

Pace e tranquillità ad ogni passo

Partenza/Arrivo
Da: Ponte Nizza (PV)
A: Ponte Nizza (PV)
Tipologia/Periodo
Trekking
Primavera/Estate/Autunno/Inverno
Durata/Lunghezza
1,15 ore
6km
Dislivello
Salita: 422m
Difficoltà
FACILE

Questo itinerario è semplice e ad anello, adatto a tutti, a piedi, con le ciaspole quando c’è neve, ma anche in MTB o e-bike.

Si snoda attraverso fitti boschi ben tenuti ed è quindi l’ideale in estate per rifugiarsi dalla calura, ma è comunque percorribile tutto l’anno, meravigliosi sono i colori che regala in autunno quando gli alberi si coprono di foglie dorate e scarlatte. Il territorio traspira pace e tranquillità ad ogni passo.

L’Eremo di Sant’Alberto di Butrio sorge fra i primi rilievi dell'Appennino ligure, nella valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Abbadia Sant'Alberto del Comune di Ponte Nizza. Durante l’anno nella zona vengono organizzate varie attività interessanti come la raccolta delle ciliegie a giugno e numerose castagnate nel mese d’ottobre.

Lungo il percorso si attraversano lussureggianti querceti, pinete dal forte aroma resinoso e rigogliosi castagneti.

Una volta lasciata l’auto nell’ampio parcheggio dell'eremo, ci si troverà di fronte ad una maestosa quercia proprio davanti all’entrata dell’edificio sacro: sulla destra dell’albero scorgerete l’inizio del sentiero che vi porta, lungo una facile discesa,
verso la vallata tra l’eremo e il monte Valle Grande. A questo punto si incrocia il sentiero che, seguendo il letto del rio Begna alla sinistra, giunge fino al borgo di Mòglie: deviazione consigliata soprattutto alle famiglie con bambini al seguito poiché facilmente percorribile. Il sentiero di poco più impegnativo risale lungo il versante del monte Valle Grande: nei primi metri, se si decide di percorrere l’itinerario in MTB bisogna portare la bici a mano per via del fondo roccioso e impervio.

Ci si trova in pochi minuti sul tratto che costeggia il monte attraversando dapprima un querceto per poi immergervi nella pineta. Il sentiero è piuttosto pianeggiante ma stretto, costeggiato da bassi ginepri le cui bacche risultano preziose ai locali per cucinare alcuni piatti tradizionali o preparare liquori. A tratti si scorgono, alla sinistra, il campanile dell’eremo, circondato dalla folta vegetazione.

Dopo circa un chilometro e mezzo ci si trova nuovamente in un castagneto, si prosegue fino ad arrivare ad un bivio, la cosiddetta “pozza dei cinghiali”, si svolta a sinistra, lungo una discesa che conduce sulla strada asfaltata. Di nuovo si svolta a sinistra verso il borgo di Mòglie, è suggerita una visita al suggestivo oratorio di Maria Bambina, un piccolo edificio religioso in pietra da cui si gode di una splendida vista della vallata. Si attraversa il centro abitato tenendo la sinistra seguendo i cartelli del percorso ad anello fino alla fine della strada, da dove ricomincia il sentiero. Al termine di una breve discesa si oltrepassa il rio Begna e si prende il tracciato in salita verso l’eremo.

La prima parte è piuttosto agevole ma poi, deviando verso sinistra all’incrocio con un altro percorso, le pendenze si fanno più ardue mentre per un tratto, che corre lungo un'antica mulattiera, il fondo diventa molto sconnesso. Al termine della mulattiera, circa cinquecento metri, il sentiero si allarga e ritorna agevole. Terminato il tratto in salita il sentiero prosegue pianeggiante per un chilometro e mezzo, immergendosi sinuoso fra i castagni. Nel tratto finale piegate in discesa verso destra alla vista del cartello “Eremo di Sant’Alberto”, si passa una piccola cappelletta in pietra dedicata al santo a fianco di una fontanella e si risale verso il nucleo di edifici dell’antico monastero fino al parcheggio.

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Ph: Raffaele Redaelli

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