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Festival S.Paesa.Menti
Varzi: museo a cielo aperto e una rassegna dedicata all’arte contemporanea tra installazioni, mostre, performance e progetti site-specific
Il borgo di Varzi prosegue il suo percorso di trasformazione in un museo d'arte contemporanea a cielo aperto.
Dal 26 al 28 settembre, il borgo storico di Varzi si trasforma in uno spazio artistico diffuso per arte, installazioni e performance: tre giorni di eventi che attraversano vie, scorci naturali e spazi storici, con l’obiettivo di coinvolgere la comunità e i visitatori in un’esperienza di “spaesamento”, ossia di scoperta del familiare che non si conosce ancora.
Il progetto nasce dal desiderio di mettere al centro il senso di appartenenza al borgo storico di Varzi insieme alla spinta verso l’innovazione artistica. Si tratta di guardare al paese non solo come luogo fisico, ma come comunità, come memoria, emozione, come intreccio tra ciò che si è e ciò che può emergere.
Ci saranno installazioni e si realizzerà un “fuorisalone rurale” che unisce città e Appennino, arte e territorio, sperimentando nuovi linguaggi nei luoghi storici del paese.
Il tema dello spaesamento guiderà l’edizione 2025 come invito a perdersi per rivedere, riconoscere, ricordare.
Varzi vuole che essere un incontro di arte (storiche cantine, lungo lo Staffora e i luoghi storici) e un incontro reciproco (tra chi vive il luogo e chi lo visita).
Attraverso iniziative aperte e partecipate, animate da autori capaci di parlare a un pubblico ampio, si vuole portare l’arte e la poesia dalle strade per le strade. Sculture, installazioni e performance disseminate nel borgo permetteranno un coinvolgimento reale della popolazione e degli ospiti.
Il progetto ha la direzione artistica di Horti e la produzione artistica di IVAN STUDIO.
Le installazioni trasformeranno il borgo in un museo di arte contemporanea a cielo aperto:
Marco Lastrada – “Spaesamenti”
In un luogo simbolico del borgo, Lastrada scolpirà parole nello spazio urbano. Le opere, essenziali ma potenti, daranno forma concreta a concetti che invitano a guardare oltre l’abitudine, aprendo un varco tra il conosciuto e l’ignoto.
KER – “Trasparenze sul ponte”
Sul ponte dello Staffora, KER installerà tele trasparenti ispirate ai miti locali e ai paesaggi di Varzi. Le superfici, leggere, creeranno sovrapposizioni tra visibile e immaginario, trasformando il
ponte in un varco poetico tra passato e presente.
Ninaró – “Morfologie astratte”
Lungo il fiume, Ninaró realizzerà sculture bidimensionali ispirate al territorio. Le opere, astratte e simboliche, dialogheranno con la natura, trasformando il paesaggio in una galleria a cielo aperto, da leggere con occhi nuovi.
Etsom – “Il murale della ciclovia”
All’arrivo della Green-Way, Etsom realizzerà un murale in diretta, trasformando l’arte in performance. L’opera narrerà il viaggio e il movimento, diventando una soglia accogliente per chi arriva e un saluto per chi parte.
ivan – “Chiudete gli occhi, alzate lo sguardo”
ivan creerà un’opera discreta e profonda che invita a rallentare, a fermarsi, a guardare oltre. L’opera si fonderà con il linguaggio per aprire uno spazio di riflessione.
EMI Artes – “Favolarte”
Nei giardini pubblici nascerà Favolarte, un’installazione interattiva pensata per i bambini, ma capace di parlare a tutti. Sculture-totem, fiabe visive e oggetti narranti trasformeranno il verde urbano in un luogo di meraviglia accessibile ogni giorno.
Giacomo Nathan Viva – “Restituzioni”
Attraverso sculture ceramiche create appositamente per Varzi, Nathan Viva riqualificherà un luogo chiave del paese. Le ceramiche, simboli di bellezza e memoria, attiveranno un processo di rigenerazione urbana: un gesto d’amore e restituzione alla comunità.
Durante il festival, poi, due interventi dialogheranno con il paesaggio e l’architettura, aprendo nuovi sguardi sul territorio:
- ODOL con “Memorie alla torre” Alla torre del castello. ODOL realizzerà un’installazione site -specific che fonde disegno, neomuralismo e narrazione surreale. L’opera intreccia epica del paesaggio e memoria collettiva, creando un tempo sospeso tra passato e possibilità future. Un gesto visivo per la comunità, che parla di futuro con il linguaggio della storia.
- AWER con “Oltremondo” Per tre notti, Varzi si trasfigurerà grazie al videomapping psichedelico di AWER. Luci, suoni e geometrie ipnotiche animeranno un angolo del borgo, evocando sogni e simboli in un’esperienza immersiva. Un viaggio visivo che spinge oltre il visibile, portando lo spaesamento nella dimensione del sogno. Performance di live painting
Nei tre giorni d’arte, inoltre, due azioni performative trasformano lo spazio urbano in poesia condivisa.
IVAN con
“La grande pagina bianca” Un’enorme tela (120x6 metri) prenderà vita in 5 ore di pittura pubblica, coinvolgendo scuole e comunità. La pagina bianca diventa simbolo di spaesamento creativo: uno spazio da scrivere insieme, fertile di sogni e narrazioni.
e con
“Il verso più lungo del mondo” Una poesia camminata di 50 minuti: ivan scriverà un’unica frase lungo le strade del borgo, intrecciando memorie, parole e visioni. Un filo poetico leggero che toccherà il selciato tra le due porte di Varzi, invitando a rileggere il paese con occhi nuovi.
Installazioni e performance renderanno Varzi un laboratorio artistico a cielo aperto, dove spaesarsi significherà accogliere l’inaspettato, abitare poeticamente lo spazio e coltivare nuove relazioni con il territorio.
Il Sindaco di Varzi, Giovanni Palli, dichiara «Questo Festival vuole essere un ponte fra passato e futuro. Nel borgo, nelle pietre, nelle tradizioni pulsa l’identità che ci rende unici. Allo stesso tempo desideriamo che Varzi diventi luogo di sorpresa, incontro e scoperta. Con questa iniziativa chiamiamo sia la comunità a guardare ciò che già è familiare con occhi nuovi sia invitiamo chi viene da fuori a trovare qui non solo memoria, ma anche innovazione e bellezza. Questa proposta si inserisce in un percorso di crescita culturale che il nostro borgo ha intrapreso negli ultimi anni, come dimostra il successo del Varzi Festival. Eventi come questi testimoniano l’impegno nel valorizzare il territorio attraverso la cultura e l’arte.»
Il Rettore del Collegio Borromeo e direttore di Horti, Alberto Lolli, dichiara: “Il tema Spaesamenti vuole portare a riflessioni profonde sul significato di comunità. Come stiamo sperimentando grazie all’esperienza degli Horti, le persone sono alla ricerca di luoghi e momenti nuovi di comunità. Questo smarrirsi non è perdere la strada, ma immaginare nuovi sentieri: gli spaesamenti sono i tracciamenti di vie, molteplici e diverse, per uscire da sé, dal proprio, dal noto, per riconoscersi in ciò che è altro, magari imprevisto e incontrollato, nuovo ma non estraneo”.
L’iniziativa fa parte del PNRR – Missione 1 Componente 3 (M1C3), Investimento 2.1 “Attrattività dei Borghi”, ed è finanziata dall’Unione Europea – Next Generation EU.