- Arte e Cultura
Eva & Franco Mattes - 1 MB Line
PROGETTO LUDOVICO presenta: Eva & Franco Mattes: “1 MB LINE” presso CTRL+ALT MUSEUM
Quasi unico nel suo genere, il Ctrl+Alt Museum è un museo del retrocomputing e dell’informatica fondato nel 2022 per promuovere e diffondere la cultura della storia della tecnologia, senza tralasciare le innovazioni più recenti. Gestito dall’associazione culturale comPVter il museo accoglie oggi un’ampia collezione di device storici rari e ancora funzionanti, tra cui computer, calcolatrici, periferiche, oltre che componenti software, disegni tecnici e fotografie. Ecco perché questo luogo ha suscitato l’entusiasmo di Eva & Franco Mattes che dagli anni Novanta si sono imposti nel panorama artistico internazionale per la loro indagine pionieristica sull’utilizzo di Internet e sulla sua influenza nel creare, diffondere e fruire l’arte.
Sostenuta da PROGETTO LUDOVICO, fondato a Milano nel 2021 da Lorenzo Perini Natali – piattaforma che promuove la ricerca, produzione e promozione di progetti artistici che si legano al settore industriale o ne toccano delle specifiche aree produttive – sotto la direzione artistica di Camilla Previ, “1 MB Line “instaura un dialogo formale e concettuale con gli spazi del Ctrl+Alt Museum attraverso la presenza di due opere.
Appesa al soffitto, Personal Photographs February 16 2007 (2024) guida lo sguardo verso l’alto. L’opera fa parte della serie AI-Assisted Circuits ed è composta da una canalina colorata nella quale corre a vista una bobina di cavi Ethernet. Al suo interno due microcomputer si scambiano in loop immagini provenienti dall’archivio personale degli artisti, tutte scattate il 16 febbraio 2007. Queste fotografie sono mostrate qui nella loro forma oggi più comune: quella dematerializzata di file costantemente copiati e trasferiti da un dispositivo ad un altro. Esse restano invisibili, eppure sono drasticamente lì, davanti ai nostri occhi. La loro presenza rafforza la tensione che esiste tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che viene volutamente celato o incoraggiato, tra censura, sorveglianza, ipervisibilità e controllo. La forma e i colori dell’opera sono il risultato dell’interazione con l’AI alla quale i Mattes hanno fornito immagini di loro sculture precedentemente realizzate. Mischiando questi input a quelli di una miriade di altre immagini trovate in rete, l’AI ha contribuito in parte al processo di “costruzione” della scultura, diventando una sorta di co-autrice. Gli artisti hanno prima “generato” la foto dell’opera, e solo successivamente prodotto l’opera “originale”, alterando così il normale ciclo di produzione e documentazione della stessa. Labile e scivoloso diviene qui il confine tra originale e derivativo, tra individuale e collettivo. Questi scatti invisibili provenienti da un folder privato ci fanno immaginare quali foto potremmo aver scattato noi il 16 febbraio 2007, circoscrivendo uno spazio liminale dove la sfera personale dei Mattes si mischia alla nostra.
Mentre il circuito di informazioni di Personal Photographs February 16 2007 prosegue senza soluzione di continuità, nella stanza adiacente un’altra opera attraversa lo spazio espositivo. Come a marcare un segno che riporta in “vita” alcuni dispositivi, 1 MB Line (1998) traccia una singola linea che corre sui monitor di nove computer della collezione del museo. Esposta qui per la prima volta, l’opera è costituita da un singolo file di testo contenente una lunga serie di caratteri di sottolineatura che creano una linea. Come suggerisce il titolo, questa linea non è definita dalla sua lunghezza, bensì dalla dimensione del file: 1 MB, che corrisponde a 1.048.576 caratteri. Il suo “peso” si traduce in immagine solo quando si “impossessa” del medium (o è il medium stesso che la “ingloba?”), abitando i monitor e “adattandosi” alle loro infinite configurazioni. Dichiarato tributo alle Linee di Piero Manzoni – serie che l’artista cominciò a realizzare nella primavera del 1959, e oggi considerate le sue prime opere tridimensionali –, 1 MB Line sembra rimarcare la propria presenza nel tempo più che nello spazio. La riga “non è un orizzonte né un simbolo”, è semplicemente una linea sulla superficie (diremmo qui di ogni schermo). E “se nella contingenza materiale dell’opera essa non può essere infinita, è però senz’altro infinibile, ripetibile all’infinito, senza soluzione di continuità”, come afferma Manzoni nel suo testo Libera dimensione (1960).
Testo di Giovanna Manzotti
CREDITI FOTOGRAFICI © Melania Dalle Grave DSL Studio
Orari
L'opening dell'evento si terrà sabato 26 ottobre dalle 18 alle 21 e sarà aperto al pubblico.